NAPOLI CAPUT MEDITERRANEI

Il post riportato sotto è tratto dal blog De Magistris, è condivisibile e sinceramente ritengo che l’analisi espressa è indiscutibile tranne due passaggi che mi accingo a puntualizzare.

Il primo è quando scrive che questo governo ha fallito nel fare dell’Italia la protagonista del Mediterraneo in vista degli sconvolgimenti geopolitici del nord Africa. Sono d’accordo con quest’ affermazione, ma aggiusterei scrivendo che nessun governo ha mai voluto una Italia mediterranea e anche se si fosse trovato un governo prodiano anzichè berlusconiano, sarebbe stata la stessa cosa. Ricordo che a chiacchiere son bravi tutti, ma nei fatti, specie in quelli internazionali, i governi italiani, di qualunque colore essi siano stati, non hanno mai contato un fico secco. 

Il secondo punto è quando scrive che Napoli è minacciata dall’essere tagliata da uno stivale in preda alla follia padana. Proprio per il fatto che i governi italiani, sia di dx che di sx, non hanno fatto niente di buono per Napoli e aggiungo all’italia meridionale, come dice lei i politici l’hanno usata, sporcata, e offesa, è proprio per questo che la minaccia di essere tagliati da quest’italia è la speranza di tutto il popolo napolitano, l’unica via d’uscita che può riportarci alle grandezze da lei elencate. Mi dica, come farà, eventualmente sarà sindaco, a non sporcarsi le mani o a non farsele legare da un miscuglio d’illegalità locale? O a non compromettersi con la sporca politica romana e milanese a cui dovrà sottostare? Sarà possibile sotto il suo mandato poter aprire un’attività nel napoletano senza essere oggetto della criminalità organizzata? 

Vede, è di questo che stiamo parlando, di un territorio lasciato barbaramente sotto il controllo dell’illegalita. Lo stato è inesistente, assente sotto tutti gli aspetti sociali e amministrativi e chi è atto a rappresentarlo è talora peggio dei camorristi. Non c’è uno Stato competente e voglioso di seguirla o di coprirle le spalle nella lotta che lei vuole condurre. Esso è molto lontano, lo stato italiano è a roma, a Milano, a Torino, a Venezia, a Firenze, ma a Napoli? E Bari? E L’Aquila? E Reggio Calabria? Quì non si troveranno che persone vestite con la stessa uniforme che diranno di essere lo Stato italiano, funzionari che non faranno altro che chiedere tasse e balzelli alla povera gente che è preoccupata per il proprio figlio che dovrà andare a lavorare al nord come il padre, il fratello maggiore o lo zio. Famiglie divelte non solo materialmente, ma anche spiritualmente, che da 150 anni non conoscono altro che l’emigrazione, questo fenomeno di massa che tale non è riconosciuto e che fa vergogna a quest’italia. E chi ha voluto tutto questo? Il Popolo Napolitano? No, il mio popolo non è masochista, ma subisce un trattamento sadico da molto tempo, ormai abituato a convivere con la consapevolezza di essere inferiore a qualche nostro “fratello” del nord, abituato ad essere meridionale, terrone, abituato a identificare la propria terra con un punto cardinale. Mi dispiace, ma non credo più all’italia, io non mi sento italiano se non appartenete alla penisola italica, io sono napolitano e voglio uno Stato Napolitano, indipendente, sovrano ed europeo. Una Napolitania libera, questa è la soluzione.

Antonio Iannaccone
Portavoce del FLN – Fronte di Liberazione della Napolitania

 

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Napoli, tra Vesuvio e i Campi Flegrei, fondata dagli antichi greci nel VII secolo. Napoli, tra le principali città della Magna Grecia con 3000 anni di storia. L’impero romano, quello bizantino, il Regno di Napoli, gli Aragonesi e la dominazione spagnola fino al Regno delle Due Sicilie, hanno fatto di Napoli una delle città storicamente, architettonicamente e culturalmente più importanti al mondo, fiore all’occhiello di quell’Unesco che di Napoli ha voluto farne patrimonio dell’umanità. Napoli, porto principale del Mediterraneo, ombelico del mare che ha visto il sorgere di tutte le culture più antiche del mondo, punto strategico del Sud Europa di ieri, dell’oggi e del domani. E poi ancora Napoli, città simbolo dell’Italia tutta, città specchio del Paese più unico e raro al mondo.

Napoli tradita, pugnalata da un governo che l’ha insultata, infangata, coperta d’ignominia. Napoli ferita da una classe di politici che l’hanno usata, sporcata, e offesa. Napoli additata come capro espiatorio di tutti i mali italiani, martire di un Paese che ha dimenticato il proprio orgoglio. Napoli nella spazzatura, nelle rovine di un’Italia che ha smarrito se stessa e che stenta a ritrovarsi. Napoli calunniata, bistrattata e minacciata di venire abbandonata, tagliata da uno stivale in preda alla follia padana.

Ma Napoli è il centro di un mondo intero, perno di quel Mediterraneo che bagna le coste di tanti paesi e culture diverse. Napoli oggi rivive una seconda vita, capitale morale e geografica di una nuova realtà che abbraccia questo mare e che allarga i confini stessi dell’Europa. Napoli è un ponte verso quell’Africa e quel Medio Oriente in cui anche la nostra cultura europea affonda le proprie radici. Napoli è il cuore di una nuova politica, meridionale, mediterranea, italo – africana.

Le rivolte scoppiate in Nord Africa e Medio oriente, dalla Tunisia all’Egitto passando per la Libia, stanno cambiando in modo irreversibile il panorama geopolitico mediterraneo. Le rivoluzioni popolari pro democrazia che hanno rovesciato regimi autoritari vecchi anche di 40 anni, ci restituiranno un Maghreb e un Medio Oriente profondamente cambiato, degli interlocutori diversi con cui noi, italiani ed europei, dovremmo fare i conti. Accordi sottobanco con dittatori sanguinari che tutelino i nostri interessi in cambio di soldi ed armi non saranno più possibili. La politica estera delle tende e dei baciamano non ha più ragione d’essere. Il Governo italiano, targato Berlusconi, Frattini e Maroni, ha fallito nell’intercettare e comprendere questo cambiamento, nel fare dell’Italia, per geografia la terra più vicina e dal passato coloniale meno sporco, la protagonista di questa transizione epocale. Altri paesi, più furbi e pragmatici, come la Francia di Sarkozy, hanno fatto i salti mortali per essere l’interlocutore continentale di questo ’68 nordafricano, comprendendo meglio dei nostri BFM (Berlusconi-Frattini-Maroni), che questo cambiamento non é solo un affare africano.

Dopo settimane di discussioni e tira e molla diplomatici, l’Occidente ha deciso di intervenire militarmente contro Gheddafi per fermare quello che rischia di diventare un bagno di sangue in Libia. I motivi umanitari sono davvero all’origine della decisione alleata? Fatto sta che, anche se tirata un po’ per la giacchetta, la Nato metterà la bandiera dell’ennesimo intervento militare dell’Ovest in un Paese terzo. Napoli è stata scelta come base per il coordinamento dei raid aerei che partiranno dall’Europa direzione Tripoli, Bengasi e le altre città libiche. Una scelta che non mi vede d’accordo, perché se qualcosa la storia recente ci ha insegnato, è che non esistono interventi armati senza un costo da pagare, e questo costo in guerra si paga a peso di vite umane.

Ma la scelta di Napoli come centro nevralgico delle operazioni ci indica anche un’altra cosa: la sua centralità assoluta e incontestabile nel mondo Mediterraneo. Napoli, più ancora che la Sicilia, può giocare un ruolo fondamentale in quel processo di formazione di una nuova società mediterranea e dei nuovi rapporti tra cultura europee ed extraeuropee. Rapporti fatti di scambio e integrazione, di compenetrazione di popoli diversi verso la formazione di un senso comune di appartenenza ad una comune regione, stretta simbolicamente attorno allo stesso mare. Ecco Napoli capitale di un nuovo stato che va al di là dei rapporti nazionali italiani o libici, europei o africani. Napoli al centro di un mondo vecchio e nuovo allo stesso tempo, sotto l’ombrello di quella “convivenza” che abbiamo perso ormai da troppo tempo. Ma proprio a Napoli tutto questo si può ritrovare.

da: http://www.luigidemagistris.it/index.php?t=P2142

 

NAPOLI CAPUT MEDITERRANEIultima modifica: 2011-04-03T00:26:21+02:00da tonyan1
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