Buonitalia è una società in hause del Ministero delle Politiche Agricole, dunque un ente interamente pubblico, il cui scopo è promuovere i prodotti ITALIANI. Buonitalia tra il 2008 ed il 2010(gli anni di Zaia) ha ricevuto finanziamenti pubblici per 50 milioni di euro…ma ha accumulato debiti per 21 milioni, per cui è finita sotto la lente di ingrandimento di Paolo Russo, presidente della Commissione Agricoltura. E sapete cosa è venuto fuori? Buonitalia ha praticamente escluso i prodotti del SUD, nessun finanziamento a sostegno dei prodotti del Mezzogiorno. E dire che dal 2004 al 2011 solo di stipendi per il CDA, composto da appena 3 persone, sono stati elargiti compensi per 1.7 milioni, ed 1.090 per il collegio sindacale, in spese generali invece ogni anno 1,2 milioni di euro ed altri 1.6 milioni per soli 19 dipendenti. Non appena il liquidatore si è messo a spulciare la lista dei debiti si è subito accorto che qualcosa non quadrava, solo alcuni nomi:
Verona Fiera: 3.5 milioni
Federazione Nazionale Rugby: 600 mila
Unioncamere lombarda: 300 mila
Biennale Venezia: 300 mila
Università di Verona: 27 mila
Promoveneto: 71 mila
Grana Padano: 2.8 milioni
Parmigiano Reggiano: 2.8 milioni
Enoteca di Siena: 170 mila
Consorzio del Chianti: 27 mila.
Gli incarichi venivano elargiti a sole aziende del nord senza alcuna gara ad evidenza pubblica, motivo che ha fatto bloccare i finanziamenti del Ministero. Promozioni a soli prodotti dall’Arno in su, l’olio scelto era quello ligure. È stato usato uno strumento promozionale del governo per dopare il mercato, stiamo parlando di una società pubblica.
… E il Risorgimento “padano” continua.
da: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=191769&sez=ITALIA