RIFLESSIONI

RIFLESSIONI

Al Movimento Neoborbonico

Alla Redazione di Due Sicilie

21/11/2010                

            Da pochi mesi sono iscritto al Movimento Neoborbonico e contemporaneamente collaboro (e spero di collaborare ancora) con la Rivista Due Sicilie. A titolo strettamente personale vorrei provare a proporre alcune riflessioni sulla recente polemica scaturita dalla nota di A. Pagano “I mille movimenti meridionalisti”.

            Credo sia preliminarmente indispensabile sgombrare il campo da eventuali inconsistenti e infondati pregiudizii che sembrano trasparire dagli interventi di alcuni di coloro che sono intervenuti nella polemica. Il Movimento Neoborbonico, come tutti sanno, si batte da decenni con abnegazione e spirito di sacrificio per la riaffermazione delle verità storiche che hanno riguardato l’annessione del meridione d’Italia al Piemonte. A. Pagano, che ho conosciuto personalmente, ha contribuito enormemente anche attraverso la Rivista Due Sicilie” a divulgare quelle verità. Affibbiare in qualche intervento all’Uno o all’Altro epiteti più o meno offensivi non solo non aiuta la causa Meridionalista ma diviene un pratico ed efficace mezzo per sfaldare e ridurre in polvere quel senso meridionale unitario che invece dovrebbe porsi come unica e sola meta finale; mezzo che inoltre, spiace dirlo, sa di vecchia politica litigiosa e inconcludente, volta alla squallida legittimazione di chi si propone a scapito di quella altrui; sfaldamento che per altro si ritorcerebbe unicamente in Nostro danno. Non credo sia questa la strada che condurrà il meridione al riscatto della sua classe sociale, del suo orgoglio e della sua storia. La nota di A. Pagano è stata certamente pesante e quanto meno ingenerosa ma può essere letta, a mio parere e se si è animati da sincero spirito costruttivo, anche in altra chiave. Quanto segue non deve essere interpretato come un tentativo di difesa dello scritto in questione, per altro non richiesto ma, per come detto, semplicemente come una diversa chiave di lettura; personale, quindi opinabile.

E’ evidente che il fermento che anima molti meridionali si sia tradotto e materializzato, specialmente in tempi recenti, nella nascita di un sempre maggiore numero di associazioni, partiti e movimenti. Credo sia inevitabile che ogni legittimo movimento, ogni partito, ogni associazione, riassuma in se una determinata particolare visione politica e sociale del fenomeno “unità d’Italia” e, soprattutto, delle possibili e diverse interpretazioni  del futuro prossimo o remoto. C’è chi ritiene possibile un mantenimento dell’unità in chiave federalista; c’è chi invece ritiene una eventuale secessione l’unica strada perseguibile, chi spera in un federalismo equo e solidale etc.. Che all’interno di un grande Movimento Meridionalista esistano idee diverse può certamente essere positivo e costruttivo in quanto il pluralismo delle idee è di per sé garanzia di equilibrio, a patto però che dette idee non si frantumino e si materializzino in una moltitudine di partiti come invece sta avvenendo. Ciò che invece è assolutamente da non legittimare è il discredito verso qualcuno da parte di altri, specie quando si afferma di voler stare Tutti dalla stessa parte. Ogni componente di questo Grande Movimento anziché come nemico o rivale dovrebbe essere visto invece come importante ed indispensabile tassello in assenza del quale l’intero Movimento Meridionalista non esisterebbe.

Per quel che conosco di tale Movimento si può forse dire che, semplificando, esistano due correnti di pensiero principali: una “interventista e d’azione”; l’altra più vocata ad una azione culturale ed intellettuale. Non credo che nessuno possa avere l’ardire di sentenziare quale delle due sia la più adatta all’ottenimento di determinati obiettivi anzi, di converso, credo che le due cose siano assolutamente imprescindibili. E’ necessaria, come il Movimento Neoborbonico fa da anni, la creazione di una coscienza identitaria profonda, diffusa e sentita; d’altro canto è necessaria anche una attività sul campo più coinvolgente, più penetrante e volta alla identificazione materiale degli obiettivi che si vogliono perseguire. Queste identità esistono entrambe ed entrambe dovrebbero godere di pari dignità. Il prevalere dell’una sull’atra vanificherebbe gli sforzi di entrambe. Se non può esservi alcun dubbio che l’aspetto storico e culturale deve essere quello che deve porsi come elemento fondante di una qualunque idea, allo stesso modo non può dubitarsi che legali azioni volte alla materializzazione degli obiettivi che si perseguono siano altrettanto fondanti.

E però la lettera di A. Pagano incorre  a mio parere in una svista laddove accusa sostanzialmente il Movimento Neoborbonico di poco attivismo in relazione all’ottenimento di sostanziali modificazioni dell’attuale situazione politica ed economica. Il Movimento Neoborbonico infatti, per come è scritto a chiare lettere nella home page del suo sito, è un movimento culturale, non un movimento politico. Non può quindi addebitarsi a quel Movimento alcuna responsabilità in tal senso; l’obiettivo di quel Movimento è essenzialmente di natura strettamente culturale. Movimento al quale però Pagano riconosce intrinsecamente una grande autorevolezza proprio nel momento in cui lo chiama così energicamente in causa. Ecco che allora la pesante nota di A. Pagano potrebbe anche leggersi come una strenua, disperata e accorata richiesta di aiuto; richiesta di chi, dopo tanti anni di lotta e di sforzi non vede ancora alcun risultato pratico; a chi infatti si chiede aiuto in un momento di grande sconforto se non a coloro che più si ritiene siano in grado di fornirlo ?  E’ innegabile che le istanze di tanti sinceri meridionalisti che attendono con ansia una concreta riscossa siano al momento mortificate e spingano ad atteggiamenti certamente irrituali ma dettati probabilmente dallo sconforto, dal sincero desiderio di riscatto e, soprattutto, dal vedere proliferare una miriade di partiti e movimenti. E il mondo culturale meridionale, cui il Movimento Neoborbonico certamente appartiene, dovrebbe raccogliere tali istanze, farle proprie e tradurle in una azione basata sicuramente sulla rivisitazione storica, culturale e sociale del meridione d’Italia, ma anche in intendimenti, atti e risposte concrete volte al riscatto del Mezzogiorno. L’assenza del mondo culturale dalle decisioni concrete rischierebbe di innescare una gara fra fantomatici Bossi2 meridionali: alla presentazione di una delle ultime nate fra le formazioni politiche meridionali, il teatro in cui si è svolta la manifestazione era pieno…

Bisogna rendersi conto che infinitamente più grandi e ben più gravi sono e saranno i problemi sociali, politici ed economici che si addensano sull’orizzonte dei nostri figli e delle future generazioni a causa di scellerate politiche economiche di certi potentati mondiali. E’ necessario quindi trovare la forza di superare eventuali orgogli di parte che un giorno potrebbero solo farci sorridere con amarezza e sperare e auspicare un riavvicinamento di tutti gli artefici della lotta Meridionalista; riavvicinamento che potrebbe ottenersi ad esempio attraverso un “tavolo” intorno al quale affrontare e discutere le istanze e le motivazioni di ognuno nel quadro di una azione autenticamente unitaria e solidale volta alla riconquista ed alla difesa di una libertà oggi ancor più minacciata di quanto non lo sia già stata in passato.

 

 di Giovanni Maduli

 

 

 

 

RIFLESSIONIultima modifica: 2010-11-22T22:42:12+01:00da tonyan1
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