Così parlò Borghezio. Storia, vita e pensieri di un eurodeputato

Così parlò Borghezio. Storia, vita e pensieri di un eurodeputato

(‘A ssòreta)

borghezio

Più che un eurodeputato, direi che è un neuro-deputato”. E’ con una battuta su Radio Kiss Kiss che Marco Baldini, il noto conduttore radiofonico liquida il nuovo caso-Borghezio, che il giorno prima aveva definito l’Abruzzo terremotato “un peso morto per la Padania, come tutto il Sud”. L’onorevole non è nuovo ad uscite infelici, ed ad altrettante smentite. L’avvocato torinese che si fè padano ha lasciato una lunga scia di polemiche nei suoi anni di militanza politica, nonché diversi processi qua e là, in cui è stato anche condannato per via definitiva: dalla violenza su minore (1993) al concorso nel reato di danneggiamento seguito da incendio nei confronti di alcuni immigrati (2005).

Torinese, classe 1947, laureato in giurisprudenza, salta agli onori della cronaca italiana l’11 luglio 1976, quando viene fermato con un amico sul confine italo-francese, nei pressi di Ventimiglia. Ha con sé una cartolina con destinatario “il bastardo Luciano Violante”, all’epoca giudice nella lotta contro il terrorismo nero, ed il cui testo era “1, 10, 100, 1000 Occorsio”. Vittorio Occorsio era, come Violante, anch’egli giudice protagonista della lotta contro il terrorismo di stampo fascista che stava indagando anche sulla P2, e che era stato freddato appena due giorni prima in un agguato, per il quale poi sono stati condannati Pierluigi Concutelli e Gianfranco Ferro come esecutori materiali. Sulla cartolina, svatiche ed un Viva Hitler. La firma era quella di “Ordine Nuovo”, il movimento terroristico paramilitare che riprendeva il disciolto partito fascista.

Lui stesso, del resto, faceva parte della Jeune Europe, da tutti considerata come una sorta di Gioventù Hitleriana del dopoguerra. Anche se lui la pensa diversamente. “No, eravamo europeisti, guardavamo a Evola. Tempi passati. Anche se non ho mai rinnegato le origini di destra”. Una prova che Borghezio non è razzista è in un’affermazione che rilasciò egli stesso: “Le nere le ho provate quando sono stato in Africa, nello Zaire. Ah, le katanghesi! Le katanghesi! Prodotto notevole. Mica come le bruttone nigeriane che battono da noi. Quello che ho assaggiato li’ era proprio un prodotto locale notevole“. Parole che riportò Gian Antonio Stella in un articolo del Corriere della Sera l’8 settembre 1996. Ma qualche anno prima, il 1991, Borghezio si era già fatto incriminare per maltrattamento su minore: aveva afferrato per un braccio un 12enne marocchino, irregolare, trascinandolo dai carabinieri. L’anno dopo viene eletto deputato con la Lega Nord, ed il processo si chiude nel 1993 con la condanna a 750mila lire di multa. Nel 1994 ricopre anche l’incarico di sottosegretario alla giustizia nel governo Berlusconi I. Fino al 2001 resta alla Camera dei Deputati, da cui esce solo con l’elezione ad euro-parlamentare: un mandato che gli viene rinnovato nel 2004 e nel 2009. Attualmente, è membro della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della Commissione per le petizioni, della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, della Delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Romania e della Delegazione all’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.

Intanto, il 1° luglio del 2000, Borghezio viene ritenuto responsabile (assieme ad altri sette leghisti) di un incendio scoppiato sotto il ponte Principessa Clotilde a Torino, dove dormivano alcuni immigrati: rinviato a giudizio, verrà poi condannato in via definitiva dalla Cassazione nel luglio 2005 a due mesi e venti giorni di reclusione (commutati poi in una multa di 3.040 euro) per concorso nel reato di danneggiamento seguito da incendio. Ma Borghezio si è sempre difeso dicendo che l’incendio era avvenuto in modo casuale:  una torcia caduta di mano durante la ronda. Ma la chicca, Borghezio la compie nel 2009.

Canal+ realizza un documentario intitolato “Europa: ascensore per i fascisti”. Ad un certo punto, il documentario rivela che un “insegnante” del fascismo di stampo europeo è proprio Borghezio, arrivato non si sa come a Nizza, a tenere un convegno per “Nizza Ribelle”, movimento di estrema destra francese. E Borghezio, lontano dai media italiani, si lascia andare ad affermazioni strane, in cui spiega loro come arrivare al potere senza essere scoperti come fascisti: “Bisogna rientrare nelle amministrazioni dei piccoli comuni. Dovete insistere molto sull’aspetto regionalista del movimento. Ci sono delle buone maniere per non essere etichettati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico, eccetera, ma sotto sotto rimanere gli stessi”. Ad oggi, il video è diffuso solo su YouTube: nessun giornale, televisione od altro, hanno approfondito la vicenda, se si escludono L’Unità e La7. Politicamente parlando, solo Jacopo Venier e Nichi Vendola hanno speso due righe sui propri siti. Silenzio assoluto in tutto il resto d’Italia.

Ma Borghezio è stato anche vittima di ritorsioni: dopo un colpo ricevuto il 19 gennaio 2001 su un bus a Torino, viene addirittura pestato il 17 dicembre 2005, con conseguenze non da poco: frattura ossea nasale e trauma cervicale distruttivo, con 30 giorni di prognosi. Gli autori dell’aggressione sarebbero stati dei No-Global, mentre pochi mesi dopo, a Livorno, solo l’intervento della polizia disperse i manifestanti che lo contestavano. Perché in molti ce l’abbiano con lui, è presto detto: Borghezio è, lo si deve ammettere, uno che non te le manda a dire, ed a volte esagera. Come quando propose, per risolvere l’emergenza rifiuti a Napoli, che “basterebbe regalare la Campania e il Sud alla corona di Spagna: erano già Regno delle Due Sicilie, se lo tengano pure. Noi non siamo affezionati alla munnezza di Napoli, se la prenda pure qualcun altro, noi manco per il cazzo” (1 giugno 2008). O quando, durante le Olimpiadi di Pechino, che “Le prime medaglie d’oro olimpiche assegnate ad atleti del Nord … dimostrano la superiorita’ etnica dei padani, anche in questo campo” (13 agosto 2008). Ed ancora, quando in un presepe genovese fu realizzata una moschea, lo qualificò come “un gesto di pura imbecillità e di ossequio vile e strisciante all’invasione islamica” (24 dicembre 2008). Fino a ieri, ed alle sue oscene affermazioni sull’Abruzzo.

Borghezio è fatto così. Sogna l’indipendenza e la secessione da Roma Ladrona, e sogna già incarichi in un governo padano. Lo disse anche nel 1996: “Mi piacerebbe fare il capo della polizia. Vorrei il ruolo di Fouchè“. Joseph Fouché, il capo della polizia durante la Rivoluzione Francese, che si rese protagonista delle stragi di Lione, dello sterminio della Vandea, che mandò a morte Robespierre ed alla fine tradì Napoleone aiutando il ritorno del Re. “E’ un gran poliziotto”. Parola di Borghezio.

da: http://www.levanteonline.net/primo-piano/approfondimenti/3325-cosi-parlo-borghezio-storia-vita-e-pensieri-di-un-eurodeputato.html

Così parlò Borghezio. Storia, vita e pensieri di un eurodeputatoultima modifica: 2011-01-25T20:53:04+01:00da tonyan1
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