Napolitani e veneti «L’unità d’Italia? Una fregatura»

Napolitani e veneti «L’unità d’Italia? Una fregatura»

POLITICA. Oggi si presenta un’alleanza inedita sugli effetti del 1861
I Serenissimi di Luigi Faccia e i Napolitanisti di Pagano vogliono riportare la mappa dei confini politici a mezzo secolo fa.

Veneti non più polentoni e napoletani non più terroni si mettono insieme per fondare un’Assemblea degli Stati pre-unitari che festeggerà all’incontrario il 150° del Regno d’Italia. Capifila dell’operazione sono un “presidente della repubblica” e un “segretario di assemblea costituente nazionale”. L’avvio dell’operazione è in agenda stamattina a Vicenza in un incontro ai chiostri di Santa Corona.
Il presidente in questione è Luigi Faccia, nel 1997 ideologo e mandante dei serenissimi-indipendentisti che sbarcarono col loro “tanko” a San Marco e occuparono il campanile della basilica veneziana, tre anni e mezzo in carcere per i reati commessi quella volta, titolare della carica massima nella sua Veneta Serenissima Repubblica proclamatasi due anni fa territorio libero. Altri Vip del suo staff: i ministri Valerio e Demetrio Serraglia, Mario Bonamigo, Andrea Viviani altro serenissimo del ’97 e il presidente del Veneto Serenissimo Governo, Luca Peroni, uno degli otto del commando mezzo serio e mezzo no che in Laguna fece il passo propagandistico più lungo della gamba legale, lui da “comandante del tanko”.
Il segretario che incontrerà il presidente venetista è Antonio Pagano, sudista al Nord (vive a Torri di Quartesolo), tra i promotori del libero Stato di Napolitania (il presidente della Repubblica italiana non c’entra, naturalmente…) alla quale sono stati dati nello stemma i gigli angioini che ornano Punta & Tacco dello Stivale e un cavallino rampante (neanche la Ferrari c’entra…). Nel faccia a faccia con Faccia sarà il portavoce di «un gruppo di napolitani che hanno riscoperto le loro radici vere, la loro storia e la loro cultura riappropriandosi della loro vera identità».
Punto di partenza comune della neonascente Assemblea degli Stati pre-unitari è la contestazione del 1861 e dell’Unità sotto i Savoia. I venetisti contestano il processo politico-culturale dell’unificazione, e i modi e i numeri del plebiscito che confermò il “sì” della regione all’entrata in Italia nel 1866, dopo la Terza guerra d’Indipendenza contro l’Austria asburgica. I napolitanisti eredi delle memorie del regno dei Borboni commemorano i morti meridionali nell’Impresa garibaldina dei Mille e nella discesa al Sud dell’esercito del regno piemontese (1860) e poi negli anni della repressione contro la resistenza filo-borbonica al nuovo Regno unitario, i moti popolari e il brigantaggio (1861-1866).
«Scopo dell’assemblea è la revisione totale dell’illegale occupazione italiana, frutto del cosiddetto Risorgimento»: partiranno da questa idea – domani alle 11 nella sala dei Chiostri di Santa Corona – il ragionamento comune di Serenissimo Governo-Napolitania e la chiamata agli indipendentisti che volessero riportare la mappa della Penisola a un secolo e mezzo fa.
Come? «La revisione dovrà avvenire attraverso referendum popolari» anticipano Faccia e Pagano: consultazioni pubbliche da chiedere (…ottenerle è tutt’altra cosa) per far votare il distacco dallo Stato e far nascere o la collana di staterelli regionali sul modello dei secoli passati o nuove macroregioni componibili in base all’utilità odierna.

Antonio Trentin

da: http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/206910__campani_e_veneti_lunit_ditalia_una_fregatura/

Napolitani e veneti «L’unità d’Italia? Una fregatura»ultima modifica: 2010-12-05T18:56:00+01:00da tonyan1
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