Comunicato CO.RE.RI.

21/02/2010 – Comunicato stampa

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Delirante. Questo il commento di Associazioni e comitati ambientalisti
campani riuniti nel Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania
(CO.RE.ri.) a proposito dalla presunta bozza di Piano regionale rifiuti
che la Regione Campania avrebbe inviato alla Commissione Europea a
Bruxelles con la richiesta di svincolare i fondi bloccati dalla procedura
di infrazione.
I redattori del Piano, il Prof. Umberto Arena, Ordinario di Ingegneria
Impiantistica presso la Seconda Università di Napoli, e i suoi
collaboratori prevedono di raggiungere, a regime, una percentuale massima
di raccolta differenziata del 50%, mentre la normativa italiana impone già
dal 2012 una percentuale minima del 65%. Basterebbe solo questo dato a far
capire come ancora una volta da parte delle autorità italiane non vi sia
alcuna intenzione di rispettare e di far rispettare le norme. E d’altronde
cos’altro ci si poteva aspettare dai nostri amministratori, se la scelta
dei tecnici ai quali affidare la redazione del Piano è ricaduta, ancora
una volta, su un esperto di recupero energetico dai rifiuti, noto fautore
dell’incenerimento (e delle sue varianti tecnologiche)? Quello stesso
Arena che già dal 1996 collaborava a suon di centinaia di milioni di lire
di consulenze con il Commissariato rifiuti, colui che nel 1999 ha fatto
parte della commissione di gara che ha aggiudicato l’appalto per lo
smaltimento dei rifiuti campani al vergognoso progetto di FIBE e al quale,
oggi, la politica campana si inchina riverente, affidandogli prima la
redazione del piano provinciale di Caserta, poi, in un evidente conflitto
di interessi, l’assessorato all’ambiente della stessa provincia e infine
la redazione del piano regionale. Per non parlare della proposta di
nominarlo Commissario agli inceneritori. Una specie di asso pigliatutto
che condizionerà negativamente per i prossimi decenni le politiche
ambientali della nostra regione, già martoriata da 16 anni di emergenza.
Limitare la raccolta differenziata al di sotto del 50%, infatti, è
funzionale a concretizzare il delirio inceneritorista. Altrimenti dove
potrebbero trovare mai i rifiuti necessari ad alimentare i cinque impianti
di incenerimento previsti (quattro inceneritori e un gassificatore) che
dovrebbero avere una capacità complessiva di quasi 1.800 mila tonnellate
annue a fronte di una produzione annua, in regione, di poco meno 2800 mila
tonnellate. Se a questo si aggiunge che anche gli scarti della
differenziata verrebbero inceneriti e l’umido finirebbe esclusivamente in
impianti di digestione anaerobica (anziché in impianti di compostaggio per
la produzione di fertilizzante) dai quali si ricaverebbe, come per gli
inceneritori, energia elettrica poi rivenduta a peso d’oro a noi
cittadini, sulle cui bollette gravano i contributi CIP6 e i certificati
verdi che avrebbero dovuto favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili,
si comprende fino in fondo in che modo il disegno affaristico si leghi
alla pianificazione in materia di rifiuti e quale considerazione abbiamo
questi signori della salute dei cittadini campani.
E d’altronde anche l’annuncio della chiusura delle discariche campane dal
2014 è l’ennesimo bluff a cui ormai non crede più nessuno. Ci dicano i
nostri amministratori e il Prof. Arena dove finiranno le oltre 300mila
tonnellate annue di ceneri e scorie (parte delle quali estremamente
pericolose) in uscita dagli inceneritori campani e il residuo solido degli
impianti di digestione anaerobica se non in discarica?
Già più di un mese fa il CO.RE.Ri. ha inviato alla Commissione Europea una
lettera (qui allegata) molto critica sulle decisioni assunte dal governo
italiano con l’ultimo decreto rifiuti nella quale prospettava la
possibilità che la Regione Campania potesse avanzare, nell’annunciato
Piano rifiuti, di cui i cittadini campani sono stati tenuti assolutamente
all’oscuro, l’adozione di misure in totale contrasto con la normativa
europea ed in particolare con la gerarchia in materia di gestione dei
rifiuti che privilegia sempre il riciclaggio della materia a scapito del
recupero energetico e dello smaltimento.
Ma la realtà supera tutte le previsioni. Oggi, a fronte delle ultime
notizie di stampa, in merito al contenuto di tale Piano, non possiamo che
ribadire il contenuto di quella missiva e il nostro appello alla
Commissione Europea affinché non svincoli i fondi comunitari fin quando la
Regione Campania non adotti un piano quantomeno rispettoso delle regole
europee e fortemente incentrato sul recupero di materia. Si riattivino gli
impianti di compostaggio esistenti, si crei una rete di piccoli impianti
di compostaggio legati al circuito agricolo (ove poter riutilizzare il
fertilizzante prodotto), si riconvertano gli impianti STIR in impianti di
recupero di materia (da restituire al circuito produttivo anziché da
inviare in discarica) e non ci sarà bisogno di nessun inceneritore e
nessuna discarica. Questa è la soluzione che in poco tempo e con
investimenti limitati può consentire finalmente un ritorno alla normalità
in Campania.

Coordinamento Regionale rifiuti della Campania (CO.RE.Ri)
http://www.rifiuticampania.org
– contatti@rifiuticampania.org
Tel: 334-62243137 / 393-5477300

Comunicato CO.RE.RI.ultima modifica: 2011-03-06T20:33:08+01:00da tonyan1
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