Il Regno di Napoli ha avuto nella sua ultrasecolare storia bandiere diverse in base allo stemma del regnante di turno, il quale adottava un proprio stemma personale pur se appartenente alla stessa casa regnante precedente. Pur se le famiglie reali succedutesi sono state diverse, esse erano in un certo qual modo imparentate e così ogni regnante accresceva il proprio stemma aggiungendo quelli degli altri re di Napoli precedutogli.
La prima bandiera fu quella angioina, lo stendardo blu con i gigli dorati a cui si aggiunsero poi lo stemma di Re di Gerusalemme e lo stendardo d’Ungheria, ma la bandiera ufficiale del Regno fu quella aragonese che va ad aggiungersi proprio agli stemmi di cui sopra. Con tale stendardo Napoli fu capitale de facto dei domini aragonesi, dalla Spagna alla Grecia passando per la Sardegna e la Sicilia.
Passando per la parentesi popolare della serenissima repubblica napoletana del 1647 di Gennaro Annese prima e di Enrico II duca di Guisa poi, e che vide probabilmente la lettera P al centro dello stemma napoletano, troviamo la bandiera della repubblica napoletana del 1799 a strisce verticali blu, giallo e rosso.
L’ultima bandiera del Regno di Napoli fu quella riproducente lo stemma di Ferdinando IV di Borbone che dal 20 maggio del 1815 sostituì quella murattiana. L’8 dicembre del 1815 fu inglobato nel Regno di Napoli anche il Regno di Sicilia costituendo di fatto il Regno delle due Sicilie, abolendo la bandiera siciliana con le due aquile sveve e le barre aragonesi. L’ultima bandiera delle due Sicilie fu quella istituita da Francesco II il 25 giugno 1860 rappresentata dallo stemma della real casa Borbone al centro del tricolore italiano.
Antonio Iannaccone