EMIGRANTI NAPOLITANI AL NORD: UNITEVI!

Il titolo di questo scritto potrebbe sembrare banale oppure preludere alla classica lamentazione in stile meridionalistico. Ebbene niente di tutto ciò. Questa vuole essere solo una riflessione condivisa su un fenomeno che dura in forme e modi diversi da circa 150 anni.

Chi scrive è un emigrato  che condivide una sorte comune a tanti giovani costretti ad abbandonare la propria terra a causa della mancanza di opportunità lavorative. 

Questo secondo me è un primo punto di riflessione. La nostra non è etichettabile come una normale e naturale emigrazione interna come potrebbe essere ad esempio in altri stati e con questo non intendo affermare che negli altri stati la gente non si sposta per migliori condizioni lavorative o diverse opportunità di realizzazione, non sono così stupido e ingenuo.

Intendo affermare che al giovane meridionale l’esigenza di emigrare diventa una  necessità legata ad un sottosviluppo economico delle terre meridionali, che rende la ricerca di un lavoro e di una prospettiva decisamente più difficile rispetto a chi ha avuto la fortuna di nascere al nord. Questo stato di fatto è in altri termmini legato ad uno sviluppo duale che non ha paragoni nel resto dell’europa(per esplicita ammissione del ministro padano tremonti) e cioè un così forte divario tra Nord e Sud.

Tale disparità costituisce un unicum italiano e fa da sfondo alla emigrazione lavorativa interna al Paese.

In definitiva chi emigra non è solo in cerca di una miglior prospettiva lavorativa o opportunità specifiche non offerte dal luogo in cui è nato, ma è in realtà spinto all’emigrazione dalla necessità di trovare un lavoro a prescindere.

Ora questo dato è strettamente connesso alla cosidetta questione meridionale che come tutti sappiamo o dovremmo sapere è una questione che ci trasciniamo a partire dall’unità d’italia e che ancora attende una soluzione……

Nel frattempo i meridionali emigrano e continuano a portare valore aggiunto al nord come ai tempi del boom economico i tempi in cui su molti cartelli era scritto non si affitta ai meridionali, ovvero ai cittadini di serie B che tanto faranno per il nord privando la loro terra di origine di talenti e braccia.

Del resto qui si apre una seconda problematica ovvero come si può pensare si sviluppare un territorio prescindendo dal capitale umano? Se le menti e le braccia vanno via chi sostiene lo sviluppo?

Per definizione una classe politica avrebbe dovuto fare di tutto per evitare l’emoraggia di cervelli e braccia dal sud invece sembra quasi favorirla e tollerarla quasi in un ben progettato piano di divisione geografica e economica….ed oggi non sembra che le cose siano del tutto mutate. Già questo dovrebbe portare a dubitare di facili slogan del tipo:”dobbiamo fare di tutto per sviluppare il sud” come è possibile senza capitale umano?

Però detto questo poniamoci una domanda scorretta chi sono i migranti? Cosa pensano della terra che hanno lasciato?

Qui non parlo di persone che vivono in maniera conflittuale il rapporto con la terra che gli ha ospitati, in quanto io non ho difficoltà a considerare la volontà di non-integrazione come una posizione sbagliata.

Io voglio rivolgermi con particolare attenzione a chi con intelligenza si è integrato  ed è diventato parte attiva della comunità territoriale al nord, portando il suo contributo alla crescita comunitaria.

Io stesso non posso affermare di trovarmi male, ma esistono degli aspetti che io non posso e noi meridionali”integrati”al nord non possiamo scordare ed è la ragione per cui siamo andati via, il danno che la nostra partenza ha causato al sud e la situazione di colonia interna della nostra terra che spingerà tanti giovani a “emigrare”. Non è una situazione di disadattamento sociale al nord che dovrebbe spingere noi emigranti ad unirci, ma una riflessione sulle ragioni della nostra migrazione.

Queste ragioni ci aprono le porte alla presa di coscienza dello stato di colonia interna della nostra terra, dello stato di devastazione e di abbandono in cui da 150 anni è stata lasciata. 

Perchè amici emigrati la Germania è stata in grado di unifcarsi con la parte est a economia pianificata in 12 anni? Qualcuno dovrà pure porsi la domanda, dovrà pure chiedersi perchè le ragioni che hanno spinto gli emigrati ad andar via continuano ad essere le mie ragioni e le ragioni di chi ancora oggi lascia la sua terra.

Se non ci poniamo questi quesiti non è perchè stiamo bene al nord…..ma perchè siamo pienamente aderenti alla cultura individualista siamo non emigranti integrati nelle comunità del nord, ma bensì degli sdradicati e questa è tutta un’altra storia.

Basta pensare ai vari emigrati merdionali nel sud america o nord america che nelle nuove comunità di accoglienza hanno portato il calore e il colore delle loro radici e che non hanno scordato la loro MATRIA e cioè terra madre.

Ora è vero che il TERRONE è così colonizzato e sdradicato da atteggiarsi da settentrionale in alcuni casi o da trattare con altergia i suoi conterranei, ma questi sono fenomeni da circo…

Bene amici emigrati noi chi siamo? I moderni sdradicati figli di nessuno? I colonizzati interni privi di spessore morale prima ancora che umano…? se è così benedico il fratello Senegalese che viene qui lasciando tutto nella sua terra, lavorando e soffrendo vittima di razzismo ma che nonostante tutto non scorda la sua Matria e rivendica una identità culturale fatta di suoni, melodie e fede. Veramente lui è mio fratello…..

Ma se invece sentiamo in noi la responsabilità verso la terra abbandonata se ci sta a cuore il suo futuro e il futuro dei suoi figli allora siamo uomini degni di rispetto e non possiamo stare a guardare ma dobbiamo unirci e supportarci, mobilitarci affinchè un domani i figli della nostra MATRIA non siano più emigranti interni, ma cittadini pieni e autentici e al massimo ancora emigranti ma per scelta libera.

DEMETRIO SPANTI

EMIGRANTI NAPOLITANI AL NORD: UNITEVI!ultima modifica: 2012-03-06T08:10:00+01:00da tonyan1
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